Marco Palermo, fotografo Still Life e di interni, nato ad Arezzo nel 1986.

Mi sono avvicinato alla fotografia quando avevo solo quattordici anni. Al tempo mi era stata regalata quella che sarebbe diventata la prima macchina fotografica della mia vita: una Olympus digitale. È da quel momento che ho iniziato a studiare e sperimentare, quasi per gioco, tutto quello che avrei potuto creare con quello strumento. Erano scatti semplici, mossi dalla passione, ma che hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione personale. Il mio cuore ha cominciato a pulsare a ritmo binario, poiché amavo ritrarre l’intensità di un momento e, al tempo stesso, elaborarlo in fase di post-produzione. Un percorso che comincia nell’attimo in cui premo il pulsante dell’otturatore e termina all’interno del mio studio, dove metto in pratica le tecniche di elaborazione che preferisco.

Guardandomi indietro, individuare il mio turning point non è affatto difficile, poiché ne ho uno ben definito in testa che ha indirizzato inevitabilmente tutta la mia carriera professionale. Quel momento è stato quando ho conquistato il primo premio ad un concorso nazionale di fotografia. Allora stavo frequentando il Liceo, era il 2005 e avevo appena diciannove anni. Con motivazioni enormi mi sono iscritto al Corso di Fotografia triennale dello IED di Milano e ho iniziato a formarmi dal punto di vista tecnico e stilistico. Ho avuto modo di frequentare l’ambiente della fotografia attraverso gli stage, iniziando a capire cosa volesse dire essere un professionista. La prima esperienza al fianco di un fotografo di architettura è stata intensa e importante, ma la seconda è stata decisamente più fortunata. In quell’occasione ho conosciuto colui che considero tutt’ora il mio maestro, Arrigo Coppitz, con il quale ho avuto l’onore di collaborare durante alcuni shooting di fotografia d’arte di rilevanza internazionale.

Mi sono arricchito di rudimenti tecnici, ho fatto esperienza pratica sul campo e ne sono uscito con molte certezze. Finito il periodo nel 2008, infatti, non avevo alcun dubbio su quale dovesse essere il mio futuro, così ho iniziato a lavorare come professionista autonomo.

Seguendo l’imprinting del maestro Arrigo Coppitz ho sviluppato un percorso che mi ha portato presto a capire quali fossero le peculiarità che più appartenevano al mio stile fotografico. Oggi, a distanza di dieci anni, mi racconto principalmente come fotografo Still Life e di Fotografia d’interni. Ho parallelamente sviluppato anche una passione per il reportage industriale dedicato alle aziende e per la fotografia di matrimonio. Della mia professione non amo solo la tecnica fotografica e la ricerca dell’inquadratura migliore, ma anche lo studio che sta dietro alla scelta dell’illuminazione più adeguata a valorizzare il soggetto.

Mi piace raccontare il ruolo del fotografo come quello di una persona che sa essere discreta durante i reportage e i servizi di matrimonio e, al tempo stesso, attenta e scrupolosa nell’organizzazione dei set fotografici per gli Still Life e per la Fotografia d’interni. Una responsabilità enorme, che riesce ad emozionarmi ogni volta. Io mi sento così, desideroso di cogliere quel momento con naturalezza e di restituirlo sotto forma di fotografia.